Ciao amico,
hai aspettato tanto, ma sono qua a scriverti.
Nel momento in cui hai iniziato a respirare,
hai capito quanto il Mondo fosse duro.
Non c'è pillola o bustina che possa rallentare il processo:
capisci subito quanto possa far schifo la condizione di essere vivente.
Coi primi passi inizi ad apprendere le forme di comunicazione.
Puoi scappare se hai paura e ridere se stai bene.
Eppure ci sono altre forme per dimostrare i sentimenti.
Finalmente ti muovi velocemente e capisci tutto:
cos'è questo? Oh, sì! Lo so già.
Posso averne ancora? Evvai!
Dici che questo si possa fare? Ci provo.
Cadi una, due e, forse, anche tre
ma ci riesci e sei felice perché sai di poter sopravvivere.
La rabbia e la passione subentrano lacerandoti il corpo,
sai che vuoi le tue attenzioni e come puoi ottenerle.
Il composto delle due ti dà alla testa e ti crea momenti
bui, logori, scarni, vivi.
Di un vivo che non hai mai provato o sentito,
neanche nelle storie che tanto ami ascoltare.
Lentamente inizi la tua svolta: ora sei solo e sai come affrontare
le battaglie giornaliere.
Non riesci a lasciare la presa.
ZAC! STUMP!
Svolti di qua e di là, pronto a osannare la tua ragione e la tua figura.
Presto o tardi otterrai tutto ciò che volevi.
Eccola,
l'occasione che prendi al balzo.
E infine dopo tante guerre,
che hai affrontato valorosamente ti concedi del riposo.
Appassisci interiormente.
Ti raffreddi fino a non poter respirare o parlare.
Hai capito qual è il momento che tanto agognavi?
Tra le battaglie che hai combattuto e le ferite che hai provocato,
hai capito cosa devi fare ora?
Lasciarti andare.
Come lacrime su un viso triste, o foglie
che al vento si disperdono.
Molla il colpo, mio adorato.
Scusa, e grazie di tutto.
Grazie per tutto ciò che hai affrontato, posseduto, visto o calcolato.
E ora freddo: di giorno e di notte.
Grazie,
Tuo per sempre.
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